M46 ed NGC2438, tra ammasso e planetaria

Ed ecco un altro viaggio nel cosmo con le ultime riprese su M46 e NGC2438, tra ammasso e planetaria.

Il cielo invernale offre migliaia di oggetti DSO interessanti e sicuramente molto blasonati e ripresi come quelli presenti in Orione, in Cassiopea, in Perseo, in Monoceros, etc, etc.

Spesso però è bello anche guardare altrove e concentrarsi su quegli oggetti un pò abbandonati dalle masse di astroimagers…vi sfido a trovare quante immagini di M46 sono disponibili in rete rispetto ad altre di oggetti nebulari più vistosi e fotogenici.

Questa volta mi sono concentrato quindi su M46.

M46

M46 è un ammasso aperto presente nella costellazione della Poppa, costellazione tipicamente invernale.

M46 non è in se per se un ammasso degno di nota se non fosse per la presenza nel campo visivo di una piccolissima nebulosa planetaria.

M 46 è molto vicino ad M47 e non ha stelle rinominate nel suo intorno, pertanto è possibile scorgerlo a Nord della Costellazione della Poppa (una volta si chiamava Argus navis). E’ vsibilissimo attraverso binocoli e piccoli telescopi. Tuttavia per vedere la famosa planetaria (che poi tanto famosa non è) è necessario usare almeno un telescopio da 200 mm di diametro o superiori.

M46 è esteso per 27′ di arco ed ha una magnitudine pari a 6 (al limite della visibilità ad occho nudo solo sotto i cieli più bui). Dista 5400 anni luce ed è ampio 15 anni luce.

NGC 2438

La nebulosa planetaria, NGC 2438, è solo direzionalmente nel campo visivo dell’oggetto più grande M46.

Nell’imaging a colori si presenta come una pallida pallina Blu, ma non presenta particolari dettali quali filamenti o strutture gassose interne.

La stella generatrice della nebulosa planetaria è oggi una nana bianca con una magnitudine visuale pari a 17.7.

Questo DSO dista 2900 anni luce ed è quindi più vicina alla Terra rispetto all’ammasso che prospetticamente la ospita. La magnitudine apparente è pari a 11 unità…quindi occorre necessariamente un buon cielo ed un buon telescopio per vederla.

Imaging del DSO

Ho provato a riprenderla attarverso un ED 80 Pro e una ATIk 314 L Mono con 2 ore di esposizione totali con subframes di 2 minuti cadauno. Il tutto da cielo cittadino molto inquinato.

E’ qui visibile come un piccolo alone lattescente.

Sicuramente non entusiasma come la visione delle spirali di una galassia ma è comuqnue un viaggio nel profondo cielo extragalattico,  “poco affollato” in questo caso dalla massa di astrofotografi.

Alla prossima